etta lisa basaldella

         personal photo gallery

seng seng: festa di pace

di antonella barina   poeta

Etta Lisa Basaldella ha incontrato i Papuani nel Capodanno tra il 1979 e il 1980, nel  corso di uno dei suoi molti viaggi. In quell′occasione è stata testimone di una “Festa  del Ringraziamento” per la pace raggiunta tra due villaggi dopo sette anni di conflitti.
Le immagini che Etta Lisa ha colto e che oggi ci propone ci colpiscono, oltre che per la loro perfezione tecnica, anche per lo sfoggio di costumi simbolici impressionanti, di grande valenza teatrale, dei soggetti guerrieri rappresentati. Dietro a questo, il ricordo delle vittime subite da entrambe le parti.
Eppure, nel procedere delle danze degli uomini e degli scambi tra le donne, il prevalere della ricomposizione pacifica viene vissuto dalle due comunità come meta condivisa.
Una “Festa di Pace”, che invita a riflettere, e che consente di allargare il campo dello sguardo femminile sul mondo, aprendolo all′altro sé, da comprendere nella sua stupefacente, e a volte terrifica, diversità: in ogni caso, uno stimolo oggi per noi a confrontarci, a ripensare alle maschere che a volte pur nella quotidianità ci capita di indossare.
L′etnia della Papua Nuova Guinea, che compare nelle immagini, vive di raccolta (igname selvatico, frutti dell′albero del pane e altri frutti tropicali, pregni di significati animistici) e di coltivazioni precarie sempre di igname e taro ritagliate nelle foreste. La limitatezza delle risorse, dicono le relazioni antropologiche, diventa spesso motivo di guerra tra villaggi. Forse avviene dai tempi in cui gli uomini di Papua rubarono il flauto di Jugumishanta, la dea delle tradizioni femminili, chissà.
E non è detto che anche nella varietà, nell′ironia, nel gusto con cui i Papua dipingono il proprio corpo e abbinano gli elementi del proprio abbigliamento, non ci sia la chiave per consumare, in modo simbolico e soddisfacente per le parti, l′atto di pace. E inoltre: è possibile superare la pratica del sacrificio? La festa fatta di parole e gesti, di danze, può sostituire lo scontro armato? Quali i segni che possono sanare i conflitti in cui noi stesse, noi stessi, siamo coinvolti?    
<indietro