etta lisa basaldella

         personal photo gallery

parte prima

     

la via nomade


Galeotto fu l'incontro con il medico-esploratore Cino Boccazzi, che, reduce da uno dei suoi mitici viaggi in Africa, mi affascinò con il racconto sui Dogon, un popolo scoperto per caso dall'etnologo francese Marcel Griaule nel 1936, mentre si avventurava nella traversata da Dakar a Gibuti.La lettura del libro 'La luna e sei soldi' di Somerset Maugham, nel quale raccontava la vita di Gauguin nelle isole dei Pacifici Mari del Sud, mi spinse fino in Polinesia...
E poi una volta a est, una volta a ovest, con qualche digressione a nord e a sud.
Quante volte ho fatto il giro del mondo?
Ne ho perso il conto.
Una sera mi è stato chiesto di parlare dei miei viaggi e, mentre raccontavo indicando su una carta geografica gli itinerari che avevo percorso, all'improvviso ho preso coscienza che il mio girovagare era stato un pellegrinaggio ai luoghi sacri, dove uomini di ogni razza, di ogni provenienza, di ogni fede, da sempre hanno cercato la ragione del loro esistere.
Ho ricordi indelebili delle mie prime volte: il volo, il cielo, il deserto, l'oceano, la giungla, le montagne, l'immensità dello spazio... di tutte le esperienze che ho vissuto, delle persone che ho incontrato.
Ho ancora negli occhi i colori, nelle narici gli odori, sulla pelle le sensazioni.
Porto dentro di me le suggestioni delle atmosfere, delle emozioni, della scoperta e la conoscenza della luce, che ho poi fissato nelle immagini.
C'è un'unica prima volta che mi manca: la scoperta di Venezia.
Ho cercato di immaginare un visitatore che ha preso posto, a guisa di sentinella, sulla tolda di una nave, mentre al sorgere dell'alba scruta l'orizzonte. Acqua tutt'intorno finchè in lontananza comincia a delinearsi la sagoma di una sottile lingua di terra: l'isola del Lido. Ed ecco distinguersi chiaramente la fenditura della bocca di porto. Dal mare entra nella laguna passando tra due dighe bianche di massi in pietra d'Istria, obolo che le navi provenienti dal Mediterraneo, via Dalmazia, dovevano versare alla Serenissima Repubblica. Una prima virata a sinistra, la successiva contro virata a destra ed ecco, come per incantamento, apparire per primo 'el paron de casa', il campanile di S. Marco, che domina il bacino, e poi l'isola di S. Giorgio Maggiore, la punta della Dogana 'da mar', il Palazzo Ducale e, sullo sfondo, le cupole della chiesa della Madonna della Salute e via via tutto il resto.
Probabilmente il nostro turista sta pensando di sognare ad occhi aperti davanti alla visione di questa città liquida così unica, così originale, così ricca di storia e così fuori del tempo.
Vivere in questa magia è il privilegio della mia realtà quotidiana.    
<pagina precedente

[click sulle immagini per visualizzare il portfolio]
     

parte seconda